L'igiene nel mondo dello sport
Il termine "igiene" trae origine da una parola greca il cui significato etimologico è "sano, salutare, curativo". Oggi esso indica una branca della medicina che si occupa della relazione che lega inevitabilmente l'uomo con l'ambiente circostante, non inteso esclusivamente nel senso di territorio in cui vive ma anche con l'accezione di contesto sociale, di insieme di rapporti che egli realizza con i suoi simili che lo circondano. L'igiene consiste nella difesa da possibili germi patogeni, attuabile con misure di disinfezione, sterilizzazione e smaltimento di rifiuti speciali per evitare infezioni; inoltre è caratterizzata da tre peculiarità:
* l'oggetto del proprio interesse non è l'uomo malato ma quello "sano";
* l'ambito di intervento non è limitato solo al singolo individuo bensì esteso all'intera collettività;
Nello specifico del mondo sportivo esso viene ad occupare una funzione di primordine sebbene il suo ruolo molte volte, non viene evidenziato rispetto ad altre discipline o pratiche che ricevono il riconoscimento per aver contribuito in maniera determinante all’ottenimento di un certo risultato o di una certa prestazione eppure sono proprio le abitudini dettate dalle norme dell’Igienea tutelare la salute degli atleti ed il loro rendimento.
Una delle prima norme da considerare ,per chiunque abbia intenzione di venire a contatto con il mondo dello sport , riguarda la necessità di un abbigliamento appropriato, che va dall'uso degli slip, evitando i boxer, a magliette che possano assorbire bene il sudore che devono essere preferibilimente di cotone e non di materiale sintentico, a calze di spugna quando si indossano scarpe da ginnastica; ciò favorirà la traspirazione del piede mantenendolo meno umido e diminuirà la probabilità di contrarre la micosi nota come "piede d' atleta" che provoca fastidiosi tagli tra le dita dei piedi e soprattutto il tipico sgradevole odore di scarpe marce. Esistono a tal proposito tre tipi di funghi di questo genere: Trichophyton mentagrophytes, Trichophyton rubrun ed Epidermophyton floccosum. In secondo luogo è importante fin dall'infanzia acquisire
l'abitudine a fare la doccia dopo ogni allenamento e ogni gara,non ricorrendo sempre all'uso del sapone e dello shampoo soprattutto quando gli allenamenti sono molto frequenti, perché si rischia di indebolire le difese naturali della pelle e favorire la contrazione di micosi o funghi.
Naturalmente risulta necessaria anche una cura degli ambienti in cui si pratica lo sport: è fondamentale una costante areazione oltre che per ridurre la concentrazione nell'aria di batteri, virus, funghi, possibili fonti di infezioni trasmissibili per via aerea, ma anche di pollini o altro materiale potenzialmente in grado di indurre allergie. Anche gli impianti di riscaldamento centralizzati dell'acqua e le condotte che riforniscono le docce di acqua calda possono essere facilmente sede di proliferazione batterica (situazione favorita anche dalle alte temperature delle condotte, dalla presenza di ferro, dal fatto che si creano microrganismi resistenti, ecc...) e richiedono un adeguata manutenzione. Dal canto loro gli usufrutori ad esempio di attrezzi di palestre devono evitare il contatto diretto con le superfici degli attrezzi utilizzando tappeti ad uso strettamente personale, astenersi dal frequentare centri sportivi quando si è ammalati e rispettare idonei tempi di convalescenza a guarigione avvenuta; esguire la vaccinazione antinfluenzale quando si frequentano regolarmente e assiduamente palestre e piscine.
E' bene che ci sia una campagna di sensibilizzazione fin dalle scuole dell'infanzia, affinchè i futuri adolescenti e poi uomini e donne comprendano l'importanza di seguire una serie di norme che non soltanto tutelano la loro salute ma anche quella delle persone che vi sono intorno.
L'alimentazione nello sport
Il tedesco Feuerbach a suo tempo affermò che :”l uomo è ciò che mangia”, il filosofo a causa di questa frase venne considerato superficiale e materialista ma in realtà fu il primo che comprese l importanza del cibo che inevitabilmente si trasforma in carne e sangue e che l’ uomo per condurre una vita tranquilla e evitare alcune malattie legate al cibo dovrebbe fare attenzione a ciò che mangia.
La mancanza di una dieta equilibrata può portare a diverse malattie sia nel caso di eccesso di cibo che di mancanza. Nel primo caso si rischia di divenire obesi avendo successivi problemi respiratori,di movimento, gastrici che condizionano enormemente la vita. Nel secondo caso si può ammalarsi di anoressia o bulimia che causano mancanza di calcio nelle ossa, scompensi proteici , problemi di fertilità ,soprattutto nelle donne.
In particolare l alimentazione dello sportivo non è molto diversa dall'alimentazione bilanciata seguita da un soggetto sedentario.
La differenza riguarda principalmente la quantità di calorie, ossia il carburante che deve essere introdotto quotidianamente per soddisfare la maggior richiesta di energia determinata dall'aumento del lavoro muscolare. Alimentazione bilanciata significa introdurre ogni giorno una buona varietà di alimenti - cereali, legumi, carne, latte, frutta e verdura - per essere certi di assumere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno. Il fabbisogno calorico di uno sportivo può oscillare dalle 2.000 alle 5.000 kcal al giorno a seconda del sesso, dell'età e dell'intensità e durata dello sforzo sostenuto. Consumando più alimenti aumenta anche la quantità di sali minerali e vitamine introdotte. Il più delle volte, quindi, è superfluo ricorrere agli integratori; basta solo rispettare, come in tutte le diete bilanciate e armoniche, la giusta ripartizione tra i nutrienti :
Carboidrati (circa 55 - 60% dell'introito calorico giornaliero) Sono la fonte principale di energia per l'organismo;
Proteine (circa 12-15% dell'introito calorico giornaliero, contro il 10-12% consigliato a chi non pratica sport)Servono a costruire ed a riparare i tessuti; Gli enzimi, molti ormoni e gli anticorpi sono sostanze proteiche.
Lipidi Totali (25 - 30% dell'introito calorico giornaliero) Sono la fonte di energia alimentare più concentrata; Forniscono alcuni nutrienti essenziali, ossia gli acidi grassi polinsaturi; Trasportano le vitamine lipo-solubili.
Minerali (secondo le raccomandazioni valide per la popolazione generale) (LARN*) Sono indispensabili per la buona salute e l'accrescimento; Partecipano a processi cellulari vitali e alla regolazione dei liquidi corporei; Fanno parte del tessuto osseo e di vari altri tessuti.
Vitamine Aiutano a regolare i vari processi e le reazioni chimiche dell'organismo; Non apportano energia né materiali ma partecipano ai processi di rilascio di energia dal cibo.
Acqua
(almeno 1-1.5 l al giorno e comunque tanta quanta ne viene persa attraverso sudore, urine) Rappresenta circa il 60% del nostro corpo; Rende possibili le reazioni chimiche dell'organismo, trasporta i nutrienti, assicura il turgore dei tessuti, ecc. É essenziale assumerla regolarmente perchè non possiamo ne conservarla ne depositarla.
L’uso di sostanze stimolanti nello sport
L'uomo da sempre cerca di accrescere le sue possibilità nella lotta e negli sport. In parte questi tentativi si basano su norme dietetiche oppure su metodi per potenziare i muscoli.
La radice della parola doping non è inglese, come spesso erroneamente si crede, ma risale a un dialetto cafro parlato nell'Africa sudorientale. Il termine dopo indicava un tipo di liquore forte usato dai cafri come stimolante durante le cerimonie religiose; il suo significato si estese poi ad altre bevande stimolanti in genere. Il termine doping appare per la prima volta in un dizionario inglese nel 1889 in riferimento a una mistura di oppio e narcotici usata per i cavalli. Nel campo delle competizioni sportive umane esempi provati di vero doping si trovano a partire dalla seconda metà del 19° secolo. Ma solo dal 1930 si è assistito a un crescente interesse da parte della medicina verso i farmaci che aumentano le prestazioni.
Tra le vari definizioni che sono state date nel corso del tempo alla parola ‘’doping’’, ricordiamo quella fornita,nel 1962, dalla FMSI (Federazione medico sportiva italiana): "È da considerarsi doping l’uso di sostanza diretta ad aumentare artificiosamente le prestazioni di gara del concorrente, pregiudicandone la moralità, l'integrità fisica e psichica".
Sostanze stimolanti, paragonabili ai moderni mezzi doping, sono per la prima volta attestate in relazione ai leggendari 'Berserkers' della mitologia norvegese, che si tramanda aumentassero la loro forza combattiva usando un farmaco i cui effetti duravano per un giorno ed erano seguiti da un forte senso di stanchezza e di debolezza.
L’utilizzo di tali sostanze si è, poi, tramandato nel tempo. Anche nell’antica Grecia, ad esempio, venivano usate delle sostanze per migliorare la prestazione fisica degli atleti e dei gladiatori.
Gli atleti possono assumere stimolanti per tre motivi principali:
Involontario (o presunto tale) consumo in seguito all'assunzione di un farmaco a scopo medicinale contenente la sostanza (per esempio farmaco per mal di testa, bronco dilatatore o decongestionante nasale), in questo caso si usa la sostanza per curare una patologia
Deliberato consumo per uso improprio della sostanza con finalità ricreative, l'atleta prende stimolanti per andare a divertirsi la sera (possono essere le cosiddette droghe da strada)
Consumo volontario per migliorare le prestazioni sportive
Gli stimolanti rientrano pertanto fra le sostanze vietate dal regolamento anti-doping ed il loro utilizzo è vietato prima delle competizioni, in quanto l'azione degli stimolanti determina un miglioramento delle performance solo se presi prima della gara.
Nel 2010 gli stimolanti sono stati circa il 10% dei test antidoping risultati positivi, nel 2009 il 6,5%.
Una serie di sostanze stimolanti non sono considerate vietate in assoluto ma sono soggette a monitoraggio che significa che la loro concentrazione deve essere inferiore ad una certa soglia. Questa scelta è stata fatta perché sono principi attivi comunemente contenuti in numerosi farmaci per l'automedicazione e di conseguenza risulterebbe anche difficile stabilire con assoluta certezza che un eventuale uso non derivi da reali esigenze curative. Per questa ragione sono stati stabiliti livelli sogli considerati terapeutici, mentre al di sopra di questi livelli si considera l'uso improprio.
Aniceto Anna, Michela Esposito, Scarpa Valentina.
Adesso spedisco il link agli alunni che hanno svolto questa ricerca e li invito a commentarla
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